“UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO” capolavoro senza tempo , presentato al TEATRO VITTORIO EMANUELE DI MESSINA mette in evidenza problematiche sociali quali la ninfomania, l’omosessualita’ , la malattia mentale ,la questione razziale.
L’opera narra la storia di Blanche Dubois che si trasferisce a New Orleans presso la sorella Stella, apparentemente per motivi economici ma presto emerge molto altro.La donna , infatti , dichiara di avere dovuto lasciare il mestiere di insegnante per motivi di salute (crisi nervose). Nella casa di Stella c’e’ anche il marito Stanley ,uomo rude,volgare e maschilista. Presto tra i due personaggi nasce un conflitto che portera’ alla tragedia finale.L’intera opera e’ governata da pulsioni di sesso e violenza , pulsioni che si riflettono nei protagonisti e che esasperano le loro azioni fino al parossismo. Stanley infatti scopre che Blanche e’ stata allontanata dalla scuola per avere intrapreso una relazione con uno studente.Nel frattempo Blanche confida a Mitch, amico di Stanley ,di cui si era innamorata ,la storia del suo primo marito: Allan Grey suicidatosi dopo essere stato scoperto come omosessuale.
Da allora Blanche ha trovato rifugio nei vaneggiamenti , nella poesia ,nell’illusione , ma tutto cedera’ alla violenza di Stanley che determinera’ il definitivo crollo psicologico ed il ricovero in ospedale psichiatrico.Molto commovente la scena finale durante la quale l’interprete si fidera’ di uno sconosciuto dicendo: “ho sempre confidato nella gentilezza degli estranei”.
In tutto lo spettacolo emerge forte il desiderio ed il tram simbolico in cui viaggiano i personaggi.Ma l’opera rappresenta il realismo , intriso della fragilita’ psicologica che nasce dalla memoria e che , a volte , rende le persone prigioniere dei ricordi. Magistrale l’nterpretazione di Mariangela D’Abbraccio che riesce ad esprimere il dramma psicologico, dramma di donna sconfitta dalla vita e che comunque” non accetta la realta’ cosi come e’ ,perche’ non le piace”.
Accettabile la recita di Daniele Pecci.La scenografia ed il gioco di luci , hanno contribuito a creare un’atmosfera particolare che, unitamente all’accompagnamento musicale , ha coinvolto il pubblico che in una esplosione di applausi, durata parecchi minuti, ha voluto porgere omaggio a tutti gli interpreti ,per la loro bravura.
Daniele Luraschi